Anche gli asset di Kikikickz sono stati venduti attraverso un’asta fallimentare

A fine gennaio, avevamo riportato la notizia che una casa d’aste olandese aveva messo in vendita gli asset di Restocks, nel disperato tentativo di ripagare i creditori. Inevitabilmente, la stessa sorte è toccata agli asset di Kikikickz.

La piattaforma di resell francese, che negli anni si era affermata come una delle realtà più affidabili e interessanti del mercato europeo, era fallita “insieme” a Restocks, che poche settimane prima di quel fatidico 14 novembre era diventato azionista di maggioranza proprio di Kikikickz. Una volta fallito Restocks, quindi, Kikikickz non ha potuto fare altro che chiedere la protezione del Tribunale Commerciale di Parigi, che, però, ha affidato l’azienda alla gestione di un curatore fallimentare, togliendo di fatto qualsiasi potere al management.

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Il salotto di Kikikickz (foto da Fashion Network)

Il fallimento di Kikikickz, quindi, si era rivelato sin da subito piuttosto opaco, soprattutto a causa del tempismo con cui era avvenuto: contestualmente, i fondatori dell’azienda avevano creato quasi subito un gruppo Whatsapp in cui hanno comunicato nel tempo vari aggiornamenti sullo stato della liquidazione (in verità, gli stessi fondatori di Kikikickz hanno ammesso di non avere più il controllo della situazione, ma di voler fare il possibile per evitare di comportarsi come Restocks).

Per trovare la liquidità necessaria a rimborsare almeno una parte dei creditori, il curatore fallimentare ha deciso di affidare gli asset di Kikikickz — KBAA il nome ufficiale — alla casa d’aste KAPANDJI MORHANGE, che ha proceduto a mettere in vendita buona parte dell’inventario di Kikikickz. L’asta fallimentare si è tenuta negli scorsi giorni ed è terminata il 20 febbraio alle ore 09:30, con un incasso totale che, probabilmente, oscilla fra i 150 e i 300 mila euro (si tratta di stime puramente indicative).

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Un esempio di asset di Kikikickz (foto da Interencheres)

Con tutta probabilità, quindi, si chiude un altro triste capitolo del mondo del resell, che, come abbiamo segnalato più volte, ha vissuto un importante declino in termini di vendite, segnando di fatto la fine di realtà che, a differenza di un gigante come StockX, non avevano ancora diversificato la loro offerta.


Per ulteriori approfondimenti, siamo in attesa di una risposta da parte di Eloi Vandermarq, direttore generale di Kikikickz, a cui abbiamo chiesto delucidazioni in merito all’intera vicenda.

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